Giordano Bruno: De I'infinito universo et mundi

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view post Posted on 22/11/2007, 16:01
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Quello che a primo impatto può apparire come uno svago mentale moderno, interesse di bizzarri sognatori oppure oggetto di culto per sette new age, altro nn è che un tema già sollevato nel 1500 costato il rogo a Giordano Bruno.

Il filosofo nolano fu studiato da Ferdinando Cianciulli come da Guido Dorso.
Il giornalista Montellese pubblicò diversi articoli sul periodico di inizio novecento: Il Grido.
La diffusione del giornale, per una vicenda di omissioni giudiziarie denunciate sul periodico. costò la vita a Cianciulli stesso.


Giordano Bruno e la pluralità dei mondi abitati

Estratto dalla relazione del prof. Dino Dini, dell'Università di Pisa:
"SCIENZA DI SECOLI SULLA TERRA
E SCIENZA DI MILIARDI Dl ANNI SU ALTRI PIANETI DELL'UNIVERSO"
messa a disposizione del pubblico partecipante al
6° Congresso di San Marino (3 - 5 Aprile 1998)



Nel VI° secolo a.C., la scuola ionica di Talete introdusse una teoria dell'universo in cui gli dei venivano a giocare un ruolo secondario e mentre questa teoria prendeva campo, nasceva nel sud Italia la scuola di Pitagora, fondata su concetti matematici.
Queste due scuole dettero vita alle grandi scoperte astronomiche dell'antichità:
la Terra come un corpo celeste nello spazio e la sua sfericità;

la tendenza dei corpi pesanti a cadere verso il centro della Terra;

le prime misurazioni delle dimensioni di Terra, Luna e Sole;

le distanze TerraLuna, e TerraSole, come primi tentativi;

le teorie dei moti della Luna e del Sole;

le teorie dei moti apparenti della Luna e dei pianeti sulla sfera celeste.
Ma intervennero anche postulati che bloccarono per lungo tempo lo sviluppo della scienza celeste. Primo fra tutti il concetto geocentrico della Terra immobile al centro dell'universo.
Poi il postulato che l'universo sarebbe stato diviso in due mondi:
il cosmo: un mondo di purezza ove nulla può cambiare, mondo dell'etere e del moto circolare.

la Terra e cioè quello dei quattro elementi e del moto rettilineo: un mondo di impurezza e cambiamento.
Infine, il postulato secondo il quale gli unici possibili moti dei corpi celesti sarebbero stati il moto circolare e quello uniforme, o una combinazione di essi.
Questi postulati cosmologici, non in disaccordo con la fisica di Aristotele, regnarono quasi senza rivali per ben venti secoli. A fare eccezione fu il sistema di Aristarco (290 a.C.). Egli poneva il Sole al centro dell'universo e attribuiva un doppio moto alla Terra, una rotazione sul suo asse ed una rivoluzione intorno al Sole.
Le vedute di Aristarco, il primo ed ultimo astronomo eliocentrista dell'antichità ed il solo vero precursore di Copernico, furono travolte dalle correnti di geocentristi che avevano dalla loro parte sia l'immediata intelligibilità sia il senso comune.
Poteva cosi trionfare il solo Tolomeo: il suo "Grand Mathematical Syntax" (140 d.C.) era il risultato dell'"incoronazione" dell'antica astronomia: un trattato completo di astronomia pratica, accompagnato da esaurienti concetti di geometria e trigonometria, legato alla fisica di Aristotele che Io precedeva di sei secoli:
Al centro, immobile, la Terra circondata da otto sfere, le prime sette percorse, nell'ordine, da Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno e l'ultima portante le stelle fisse come tutte fossero alla stessa distanza dalla Terra.
Sia pure con strane combinazioni di moti (soprattutto per giustificare quelli della Luna), l'astronomia di Tolomeo "funzionò" per quattordici secoli. E così finché il rinascimento indirizzò l'astronomia verso un nuovo orientamento, ancor prima che fosse il progresso delle osservazioni ad imporre una sostanziale revisione.
La storia della "moderna" astronomia comincia con la morte del grande astronomo polacco Nicola Copernico (Maggio 1543) e la quasi simultanea pubblicazione del suo modello dell'universo.
Quel modello rivoluzionò non soltanto l'astronomia ma tutta la scienza.
Dal 1543 al 1642, rispettivamente, l'anno in cui morì anche un altro grande astronomo Galileo Galilei e l'anno in cui nacque il più grande scienziato della storia Isaac Newton si cambiò sostanzialmente l'astronomia.
Per comprendere quanto importante fosse il modello di Copernico, si deve risalire ad Aristotele (384322 a.C.) ed a Tolomeo.
Aristotele credeva che l'universo consistesse della Terra "corrotta e cambiabile" e del cielo "perfetto e immutabile". Egli sapeva che la Terra era sferica, però concludeva, per ragioni filosofiche, che essa stava immobile al centro dell'universo.
Il modello tolemaico era quello di un universo geocentrico (con la Terra al centro), in accordo con Aristotele. lnoltre, egli incorporava la credenza dei Greci che i corpi celesti si muovessero perfettamente. Poichè il solo moto perfetto è il moto uniforme e la sola curva perfetta è il cerchio, Tolomeo assunse che i pianeti si muovessero con moto circolare uniforme, un concetto prima proposto da Platone (427347 a.C.). Ma semplici percorsi circolari, con centro la Terra, non si addicono ai moti dei pianeti nel cielo. Questi appaiono muoversi talvolta più veloci e talvolta più lenti e, occasionalmente, essi sembrano rallentare fino a fermarsi o procedere di moto retrogrado. Tolomeo spiegò a suo modo tali moti complicati, come apparivano dalla Terra.
Spiegò poi Johannes Kepler (15711630) che i pianeti si muovono intorno al Sole secondo ellissi.
Dopo la morte di Copernico (14731543), il sistema tolemaico, anche se oggetto di molte revisioni, fu ancora un inattendibile riferimento per le posizioni dei pianeti. A causa dell'autorità di Aristotele, la sua rappresentò ancora essere la teoria ufficialmente riconosciuta dell'universo.
La Chiesa cattolica aveva adottato gli insegnamenti di Aristotele come parte del dogma religioso, tanto da far tacciare di eretico chi avesse messo in discussione il sistema tolemaico.

Fu in Italia che la storia dell'astronomia prese una piega più seria.
Risultò che il "De Revolutionibus Orbium Caelestium", di Copernico, fu indirizzato non a quelli che ricavavano tavole astronomiche ma a fisici come Galileo Galilei ed a filosofi come Giordano Bruno.
Bruno, andando oltre Copernico, stabilì che la Terra è un pianeta come tantissimi altri e affermò che non aveva senso la divisione dell'universo in cosmo perfetto e mondo sublunare imperfetto. Egli proclamò l'unità del cielo e della Terra, I'identica natura del Sole e delle stelle, l'infinità dell'universo e la pluralità dei mondi abitati.
Giordano Bruno (15481600) fu il primo ad interpretare che la vita intelligente è distribuita un po' dappertutto nell'universo, ponendo così le basi alla giustificazione, dei trasferimenti di essa da pianeti in estinzione (ma ad avanzatissimo livello di tecnologia) ad altri non abitati (ma in condizioni da poter consentire la vita).
Giordano Bruno fu precursore di quella disciplina che oggi viene definita, sebbene non ancora "accettata" dalla scienza ufficiale, "UFOlogia".
Giordano Bruno, il "sognatore", rifiutando la cieca ubbidienza alle dottrine della Chiesa d'allora, trovò in Copernico una figura da esaltare, che sfidava la Chiesa nelle sue inflessibili tradizioni.
Giordano Bruno si avvalse della teoria di quello che considerava il suo maestro e la estese a coinvolgere l'intero universo.
Laddove la teoria di Copernico trattava del moto della Terra, Giordano Bruno immaginava un universo infinito, popolato da un'infinità di stelle come il nostro Sole, ciascuna circondata da pianeti su taluni del quali crescono e prosperano esseri intelligenti.
"Apri la porta attraverso la quale possiamo osservare il firmamento senza limiti" era il suo motto, per il quale fu arrestato dall'inquisizione nel 1592 e poi giustiziato sul rogo dopo ben otto anni di prigionia.
Il nome di Giordano Bruno sarà ricordato per il suo brutale martirio da parte della Chiesa, un uomo che accettò il supremo sacrificio nel rifiutarsi di sottoporre ad un compromesso o ritrattare (come fece Galileo pur straconvinto delle sue idee e della validità delle sue pratiche) le sue osservazioni, oggi considerate punto di partenza per la ricerca di altre vite intelligenti nell'universo.
Infinità di spazio e di tempo, infinità spirituale come pure fisica, furono asserzioni di Giordano Bruno. I suoi voli di immaginazione Io portarono anche oltre l'universo a noi accessibile, al regno di Dio.
Diversamente dai suoi predecessori, Giordano Bruno ricorse di rado al tradizionale simbolismo della Cristianità; egli era molto più vicino alla letteratura della saggezza del Vecchio Testamento, ma talvolta appariva come un esaltato nelle sue prediche alle folle di Savona, Torino, Venezia, Padova, Lione, Tolosa, Parigi, Chambery, Londra, Oxford, Wittenberg, Praga e Francoforte.
Descrivendo l'eterna saggezza di Dio, Giordano Bruno la paragonava alla radiazione della luce infinita, che "discende tra noi a mezzo di emissione di raggi, e viene comunicata e diffusa attraverso tutte le cose". Bruno ritornò di nuovo alla sua originaria visione dell'infinito: un universo in grande scala, senza limiti di spazio ed eterno nel tempo, un universo popolato da innumerevoli Soli come il nostro e non c'erano allora mezzi visivi (I'impiego del telescopio in astronomia avvenne con Galileo nel 1610) per distinguere nella fascia biancoargentea della Via Lattea i miliardi e miliardi di stelle con tanti pianeti abitati, sedi di vita spesso anche più intelligente di quella nostra. Non si può infatti negare l'esistenza di tanti mondi abitati, in uno spazio che è identico in caratteri naturali a quello che ci è più vicino.
Nel suo libro "De I'infinito universo et mundi" egli dice: "Ad un corpo di dimensione infinita non può essere attribuito né un centro né un confine... Giusto come noi ci riteniamo al centro di quel cerchio equidistante, che è il grande orizzonte che ci circonda, così altrettanto gli abitanti della Luna (ammesso che esistessero) si ritengono senza dubbio essi stessi al centro di un grande orizzonte che abbraccia questa Terra, il Sole e le altre stelle. Pertanto, la Terra, non più di qualche altro mondo, potrebbe essere considerata al centro (e quindi fissa nello spazio)".
Così affermando, con perfetta argomentazione, Giordano Bruno aveva anteveduto la teoria della relatività che, a torto o a ragione, sta giocando un ruolo centrale nella fisica, a partire da circa quattro secoli più tardi.
Ma, nel libro del grande filosofo (52 lavori filosofici alla sua morte) "De immenso et immunerabilibus" si trova un argomento di natura alquanto diversa: "il solo infinito è perfetto e di esso nulla può essere più importante e migliore, il Dio come sola natura intera e universale. Universo è sinonimo di verità, unità e bontà; per questo l'infinito viene chiamato universo. Dio è glorificato non in uno ma in innumerevoli Soli, non in un'unica Terra, ma in un'infinità di mondi. È l'eccellenza di Dio che viene magnificata e resa manifesta la grandiosità del suo Regno".
Giordano Bruno non fu capito, ma già da oggi si comprende che deve risorgere la sua intuizione!

Egli è il vero precursore dell'UFOlogia.

Una foto notturna del busto di Giordano Bruno, con la sua aria misteriosa avendo il viso travisato dal cappuccio, tornato in piazza bartoli, così come volle rappresentarlo Ferdinando Cianciulli, giornalista Montellese di inizio novecento che raccolse i fondi per realizzarlo.

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Edited by Claudio Bozzacco - 22/11/2007, 17:48
 
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luiginocapone
view post Posted on 23/11/2007, 12:01




Torno dopo un bel po di tempo a Montella e noto con piacere che la querelle nata almeno 4-5 anni fa sul busto di giordano bruno ( e sulla sua irrispettosa collocazione negli scantinati della biblioteca) si sia risolta col ritorno del Nolano in un posto più prestigioso.

Aggiungo che, queste attribuzioni scientifiche a posteriori su Bruno mi lasciano piuttosto perplesso...Ma sono opinioni personali ( anche piuttosto condivise, ma cmq opinioni)

Edited by luiginocapone - 23/11/2007, 18:14
 
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view post Posted on 26/11/2007, 12:34
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Giordano Bruno, Estratto da "De la causa, principio et uno", 1584

È dunque l’universo uno, infinito, immobile; una è la possibilità assoluta, uno l’atto, una la forma o anima, una la materia o corpo, una la cosa, uno lo ente, uno il massimo et ottimo; il quale non deve poter essere compreso; e perciò infinibile e interminabile, e per tanto infinito e interminato e per conseguenza immobile; questo non si muove localmente, perché non ha cosa fuor di sé ove si trasporte, atteso che sia il tutto; non si genera perché non è altro essere che lui possa derivare o aspettare, atteso che abbia tutto l’essere; non si corrompe perché non è altra cosa in cui si cange, atteso che lui sia ogni cosa; non può sminuire o crescere, atteso che è infinito, a cui non si può aggiungere, così è da cui non si può sottrarre, per ciò che lo infinito non ha parti proporzionabili.

Giordano Bruno, di formazione Aristotelica, vestì la tunica Domenicana non per coinvolgimento di fede ma per proseguire i suoi studi filosofici protetto dall'ordine e per avere accesso alle grosse biblioteche.
La sua concezione dell'universo era che non vi era nulla al di fuori di questo. E quindi eventuali paradisi, inferni o purgatori si troverebbero all'interno dell'universo stesso, da qui l'interessamento del mondo ufologico sulle deduzioni del nolano.




Edited by Claudio Bozzacco - 6/1/2008, 14:28
 
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view post Posted on 6/12/2007, 11:54
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Per spiegare meglio il concetto che nasce dalle intuizioni del Nolano vi incollo un'estratto di wikipedia sull'aldilà.


L'aldilà e l'evoluzione: l'aldilà si trova aldiquà

Più recentemente ma non è una vera novità nella letteratura sull'argomento si è fatta strada l'idea che l'aldilà non sia propriamente un luogo altro dall'universo e fuori da esso come spesso è concepito dai più ma che l'aldilà non sia altro che lo stesso aldiquà. Si ritiene infatti che l'aldilà è costituito da tutti quei pianeti abitati sparsi nell'universo e lontanissimi dal pianeta Terra, distanze enormi che spiega e giustifica il termine di aldilà, e in questi pianeti una volta lasciato il corpo sulla Terra andrebbero a proseguire la loro esistenza i trapassati che per affinità o più precisamente per livello di evoluzione spirituale raggiunta si ritroverebbero con i propri simili. Proprio a questo sembrerebbe voler alludere la frase del vangelo di Giovanni sulle molte dimore del Padre. Le molte dimore del Padre così in queste interpretazioni sarebbero appunto null'altro che i tanti pianeti abitati che nell'insieme costituirebbero quello che i terrestri hanno sempre chiamato "aldilà". In tutte queste nuove concezioni in parte simili e in parte divergenti che da almeno tre secoli esplicitamente si stanno facendo strada tra gli studiosi dell'argomento, il concetto di evoluzione scaturito dalle scienze naturali si allargherebbe e coinvolgerebbe anche l'aldilà. Questo elemento starebbe ad indicare che perfino nell'aldilà anche i più perfetti o in altri termini gli esseri viventi più evoluti sono anch'essi ancora in cammino proprio come i terrestri e nessuno è arrivato, il che significa che anche nell'aldilà non ci sono altro che ricercatori della verità proprio come sulla Terra.
 
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Percival
view post Posted on 29/1/2008, 08:39




Dichiarazione resa da Bruno davanti al tribunale del Sant'Uffizio di Venezia

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view post Posted on 17/2/2011, 06:40
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Celebrazioni Bruniane a Montella

L'associazione Nazionale Libero Pensiero Giordano Bruno di Castelfranci, in collaborazione con il Liceo Statale R. D'Aquino di Montella, il Liceo Classico F. De Sanctis di Sant'Angelo dei Lombardi, l'Istituto Istruzione Secondaria Superiore L. Vanvitelli di Lioni, l'Associazione Giordano Bruno di Campagna, il Comune di Montella e il Comune di Bagnoli Irpino il 17-02-2011, anniversario della morte del Filosofo Nolano Giordano Bruno, anche quest'anno rinnova a Montella le Celebrazioni Bruniane.
La manifestazione inizierà alle ore 9,00 in piazza Sebastiano Bartoli con la deposizione della corona di alloro al monumento di Giordano Bruno voluto da Ferdinando Cianciulli il pioniere del socialismo irpino, e proseguirà alle ore 10,30 con un convegno presso l'Auditorium del Liceo Statale. D'Aquino. Filippo Bruno, filosofo e letterato, nacque a Nola nel 1548, assunse il nome di Giordano quando entra nell'ordine dei Domenicani, divenne dottore di teologia, ma cadde in sospetto di eresia presso i suoi superiori e per tale motivo subì un processo (1575). Deposto l'abito religioso, fuggì a Ginevra dove aderirà al calvinismo. Nel 1582 insegna alla Sorbona a Parigi, poi nel 1583-1584 fu a Londra, dove pubblica le sue opere filosofiche più importanti: La cena delle ceneri, De la causa, principio et uno, De l'infinito universo et mondi. Nel 1591 fu a Francoforte e poi a Venezia, invitato dal nobile Mocenigo che poi lo denuncia all'Inquisizione (1592). Trasportato nelle carceri romane (1593), rimase per sette anni in prigione senza ritrattare le sue opinioni teologiche. Il 17 febbraio del 1600 fu bruciato sul rogo a Roma, in Campo dei Fiori. Agli inizi del primo Novecento venne rivalutata la figura di Giordano Bruno a seguito degli avvenimenti che si susseguirono a catena durante il tumultuoso primo decennio del secolo e l'episodio della imponente manifestazione che aveva accompagnato l'erezione del monumento a Giordano Bruno a Roma in Campo dei Fiori, il luogo dove morirà al rogo, lascia un'ampia risonanza nell'avellinese, dove vi fu un netto risveglio dello spirito anticlericale, sotto la spinta delle forze radicali e socialiste. E proprio per dare maggiore impulso a questa azione fu fondata, in nome di Giordano Bruno, la sezione avellinese della Federazione Internazionale del Libero Pensiero, alla quale aderirono, in massima parte, i massoni di tendenze radical-socialiste. A presiedere la sezione , il cui programma si definiva laico democratico, sociale, fu chiamato l'esponente repubblicano Nicola Ferrara a cui succedette il prof. Fedele Bersanetti che fu costretto a dimettersi nel 1910 per essersi schierato contro i Partiti Popolari in occasione delle elezioni amministrative. Nel settembre del 1911 infine ne assunse la presidenza lo stesso venerabile della loggia Aurora, l'avvocato Tranquillino Benigni. Nelle attività del Libero Pensiero un ruolo di rilievo fu anche svolto dalla partecipazione femminile: Giovannina Morrone, moglie dell'esponente socialista Ferdinando Cianciulli, nell'agosto del 1911 nei locali del Libero Pensiero di Avellino tenne una conferenza sul tema La donna di fronte al clericalismo. D'altronde, le frasi memorabili alla Lapide a Bruno furono dettate da Giovanni Bovio, professore di filosofia del diritto alla Facoltà Federico II a Napoli, deputato nel 1876 per il partito repubblicano che teorizzò, una repubblica sociale basata sull'assoluta liberta di pensiero (Dottrina dei partiti in Europa) e alla cui scuola si era educata la maggior parte della intelighentia irpina che era uscita dal vicino ateneo napoletano. Anche in Irpinia ritorna di attualità il "mito" di Giordano Bruno grazie all'opera di sensibilizzazione di intellettuali come Ferdinando Cianciulli a Montella e Corradino Luciani (allievo di Giovanni Bovio) a Teora che divulgarono le idee del filosofo nolano come tentativo di restituire centralità a un martire del libero pensiero, infatti a Teora nel 1912 nacque una sezione del Libero Pensiero con circa 40 iscritti. Interverranno alla manifestazione: Severino Loiacono dirigente scolastico Liceo Statale R. D'Aquino, Ferruccio Capone Sindaco di Montella, Miranda Granese Consigliere Pubblica Istruzione Comune di Montella, Felice Storti Presidente Associazione Nazionale Libero Pensiero G. Bruno, Antonio Guerriero Procuratore della Repubblica, Incoronata Vivolo Assessore alla Cultura Comune di Bagnoli, Romualdo Marrandino srittore, Rodolfo Salzarulo docente di Filosofia, Vincenzo Lucido Dirigente scolastico Lioni, Adriana Maggio Associazione G. Bruno Campagna, Vito Limone componente C.F.F.I., Anna Dello Buono Dirigente scolastico, Alessandro Di Napoli poeta, Paolo Saggese scrittore, Guido del Giudice scrittore, Rosario Cianciulli storico locale, Gianni Marino archivio storico CGIL, Claudia Iandolo scrittrice, il Gruppo Artisti Altirpinia Libero Pensiero: Luciano Luciani, Antonio Restaino, Tiberio Luciani, Emidio De Rogatis, Maria Rachele Branca, Gianni Cataldo, Gabriella Aulisa, Agostino Dello Russo, Toni Salvo, Michele Prudente, Luigi Prudente e Luigi Di Guglielmo. In occasione della celebrazione annuale del filosofo Giordano Bruno, il pensiero dell'Associazione ha rivolto, come di consueto, alle scuole superiori della provincia. Un nuovo modo di pensare il cui centro c'è l'uomo. Il Rinascimento, il grande rinnovamento che segue al Medioevo e investe ogni ambito del sapere, con le sue capacità e le sue ragioni. Giordano Bruno, che mette radicalmente in discussione le idee medievali sull'anima, il cosmo e la divinità, incarna profondamente lo spirito della trasformazione e della ricerca di una nuova via al pensiero, mentre il suo tragico destino diviene l'emblema delle contraddizioni del suo tempo.
 
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