Il mediocre ministro degli Interni Roberto Maroni (alias Bobo ndr) riuscito nell'impresa di essere addirittura peggiore di quanto lo fosse stato perfino Scajola al Viminale, è l'allenatore di una squadra che ha appena perso 5-0, dopo una serie di altre prestazioni poco brillanti.
Fosse stato un allenatore di calcio, invece di un intoccabile (perché può far cadere Berlusconi in qualsiasi momento) sarebbe stato già esonerato. Fosse stato una persona con maggiore senso dello Stato avrebbe già da tempo rassegnato le dimissioni.
Però Maroni va avanti imperterrito, grazie ad una maggioranza sull'orlo del baratro del berlusconismo e ad una opposizione che varia dal demagogico (Di Pietro) al distratto (il Pd) che non ha ancora ben compreso il grado di inquinamento del "bisignanesimo" negli apparati dello Stato e che proprio l'ordine pubblico può essere (o probabilmente è già) terreno di trappoloni, di cui potrebbe essere proprio la prima vittima.
In Parlamento Maroni ha raccontato una serie di cose che non stanno né in cielo, né in terra. Giustificando l'impossibile, solo per puntare nel luogo dove lui e i suoi sodali vogliono arrivare da tempo: la stretta autoritaria, il restringimento degli spazi democratici. Ossia non sono capaci di gestire l'ordine pubblico, non hanno un apparato informativo degno di questo nome, e pensano che tutto si potrebbe risolvere con una maggior dose di manette e manganelli. Che ovviamente (Genova docet) colpirebbero una maggioranza di innocenti, lasciando liberi i veri teppisti. Avete presente le guerre degli ultimi anni? Il 95% dei morti sono civili. C'è da rabbrividire quando qualcuno vuole applicare questi metodi all'ordine pubblico.
Ecco le affermazioni di Maroni:
"Le informazioni sul movimento dei violenti c'erano, ma ricordo che le norme di legge attuali non consentono di procedere al fermo o all'arresto di chi è solo sospettato di volere partecipare alle violenze."
La dichiarazione non sta in piedi. Ancora il 22 settembre (quando in Grecia avevano già scelto Roma come luogo del caos dopo Atene) il Dis, riferendo sulle attività di Aisi, diceva che non si prospettava una situazione di emergenza. E sapete perché? Perché i nostri servizi segreti pieni di dirigenti ben pagati, dove le promozioni per meriti speciali si sono sprecate negli anni, dove le competenze sono state azzerate per fare spazio ai nuovi raccomandati, non hanno occhi e orecchie dentro questo movimento. Si sono allertati in ritardo, soprattutto intercettando e-mail e monitorando alcuni siti internet. Ma, se consentite, questa seconda cosa la sa fare anche il meno esperto dei miei cronisti. Che non prende 5 mila euro al mese.
"Le informazioni c'erano e c'erano tutte."
Maroni ci vuole far credere che i nostri apparati tutto sapevano. Se avessero avuto la legge dalla loro avrebbero fermato i black bloc prima degli scontri, insiste. Ma è un falso. E spiego il perché: è noto che nei giorni e nelle ore precedenti il corteo i violenti avevano disseminato le vicinanze del percorso di "depositi" di strumenti da utilizzare per gli incidenti. Quanti ne hanno scoperti? Quanti servizi di vigilanza sono stati disposti accanto ai deposito per sorprendere in flagranza chi si andava a rifornire? Io credo zero. E Maroni ci vuole far credere che le informazioni c'erano tutte? L'opposizione è disposta a farsi prendere in giro in maniera così plateale? C'è qualche legge che impedisce alle forze di polizia di individuare e smantellare i depositi di armi? No, nulla lo avrebbe impedito. Semplicemente bisognava sapere le cose. Ma l'inefficienza è stata totale.
"I Carabinieri hanno fermato quattro persone, appartenenti all'area anarco-insurrezionalista, che erano dirette alla manifestazione di Roma e che all'interno della loro auto trasportavano caschi da motociclista, parastinchi, 500 biglie di vetro, mazzette da muratore, una fionda professionale, un piede di porco, nonché una piantina della città di Roma. I quattro sono stati trattenuti, identificati, denunciati, ma poi rilasciati, non potendo i carabinieri trattenerli perché non avevano ancora commesso il reato di violenza e resistenza che si apprestavano a compiere di lì a poco.
La manifestazione è stata funestata dalla cieca violenza di 3000 incappucciati."
Ricapitoliamo: i servizi segreti sapevano tutto e i black bloc erano 3000 (in realtà quelli organizzati non erano più di 700: i bene informati non sanno nemmeno contare. Gli altri sono stati gli utili idioti che si sono fatti prendere dall'eccitazione del momento. Ma come possono capire queste cose analisti che a momenti non sanno nemmeno cogliere la differenza tra gli anarchici e la Fiom, visto che per loro sono solo "rossi"?).
Torniamo ai 3000. Se sapevano tutto come mai ne hanno intercettati solo quattro? Ossia lo 0,13% . Pensa che se arrivano all'1% si danno una bella promozione per meriti speciali. E gli altri 2996 come sono arrivati? E poi: senza bisogno di legge Reale o di arresti preventivi, quando vogliono le forze di polizia ci mettono ore per identificare un cittadino prima di rilasciarlo. O volete negare che questo sia accaduto migliaia di volte? Delle due l'una: se l'operazione filtro non è stata fatta è perché la parte informativa è stata un fallimento; ma se non è stata un fallimento, allora possiamo legittimamente sospettare che li abbiate fatti attivare apposta, per poi chiedere il pugno duro il giorno dopo.
"Non c'era nessun black bloc proveniente dall'estero."
E questa è un'altra prova che le informazioni fanno acqua. Ministro, s'informi. Copasir, se ci sei batti un colpo.
"Gli organizzatori dei cortei dovranno fornire garanzie patrimoniali per risarcire gli eventuali danni."
Certo. Perché in Italia le manifestazioni le fanno notoriamente i proprietari di panfili che protestano contro il caro cachemire. Mentre operai, disoccupati, precari e quant'altro possono chiedere un mutuo o una fidejussione. In un paese serio Maroni si dovrebbe dimettere e a ruota lo dovrebbero seguire tutti i responsabili a vario livello del fallimento del 15 ottobre, che hanno garantito un ordine pubblico da paese arretrato, L'opposizione farebbe bene a non cadere nel tranello del pugno forte. Bonifichiamo il paese dai violenti, per prima cosa. Ma contestualmente bonifichiamo l'Italia da ministri e responsabili dell'ordine pubblico incapaci.
E i cattivi pensieri li tengo per me. Al momento.
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