Gianni Cipriani lascia Epolis

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view post Posted on 29/1/2011, 07:40
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Buon anno a questa fortunata sezione
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Estratto da Globalist
di Gianni Cipriani


Se c'è una cosa che non mi meraviglia affatto, nel vedere ultimamente le tv e leggere i giornali, è che le più decise a difendere Berlusconi e i suoi sistemi siano proprio le donne de Pdl. Proprio coloro le quali, in teoria, dovrebbero sentirsi più in imbarazzo. Ci sono montagne di testimonianze e di intercettazioni sul bunga bunga e dintorni, sulle zoccole sudamericane che vengono dalle favelas e non parlano italiano, sulle consiglieri regionali che ballano a tette di fuori e istruiscono le fanciulline su come soddisfare gli appetiti del premier, sulle prostitute che hanno il cellulare di papi, sulle nipoti di Mubarak. Ma loro, le donne del Pdl, intorno al sultano, pronte perfino a sostenere che se la giustizia si occupa di un vegliardo di 75 anni intento a simpatiche esplorazioni anali di minorenni fuggite di casa, ovviamente in cambio di buste gonfie di euro, ciò sarebbe una violazione dei diritti umani. Del vegliardo, si intende. E non delle giovinette, i cui diritti si dovrebbero limitare ad intascare i soldini e dire grazie.
Non mi stupisco. Che dovrebbero dire molte "miracolate" di Silvio Berlusconi che oggi hanno ruoli politici e istituzionali? Nulla. Solo pregare che mai e poi mai possa uscire fuori qualcosa che riguardi storielle che le riguardano. Visto che il "metodo-Minetti" esiste da anni nella selezione di quella classe dirigente. Come potrebbero (certo non tutte, ma tante di loro) prendere le distanze quando non poche sono passate dai lettoni di Putin, alle allegre festicciole nelle varie ville e case del nostro, non raramente gestendo il traffico di verginelle pronte a immolarsi al drago? L'altra sera, con alto sprezzo del senso del ridicolo, a difendere il "vecchio porco" c'era nienepopodimenochè Mara Carfagna. Sottolineo Mara Carfagna. Un'altra carriera politica sulle cui origini molto potrebbe dire Veronica Lario, che non a caso già ai suoi tempi, manifestò non poco fastidio. Eppure Mara Carfagna è ospite in tv e bisogna far finta che la prendiamo sul serio. Quella Mara Carfagna che ha due fortune: che le intercettazioni di Napoli non siano mai state pubblicate e che, in questo paese che digerisce tutto, solo pochissime voci hanno avuto il coraggio di chiamare le cose con il proprio nome. E tra queste Sabina Guzzanti e, paradossalmente, proprio la figlia di Berlusconi, Barbara, che ha parlato di spettacolo poco edificante e di valletta che si è ritrovata a fare il ministro. Gli altri? Imprigionati nel formalismo che impedisce di andare alla sostanza delle cose. E quindi non si può dire, non si deve contestare, bisogna mantenere il contegno. Pazienza.
Ma c'è una cosa, nel vedere la Carfagna difendere il suo mentore con così tanta foga, che mi è tornata in mente. Ossia che solo poche settimane orsono, in pieno caos del Pdl, la poverina annunciò le sue dimissioni dalla politica, dal parlamento. "Voto la fiducia e me ne vado". Lo ricordate? Io sì e bene. Così come ricordo bene che non poche furono le voci di esponenti dell'opposizione e di autorevoli editorialisti che presero le difese dell'ex valletta diventata ministro Silvio solo sa come... voce coraggiosa; rottà l'omertà; persona di grande spessore; ottimo ministro nonostante le voci malevole (vedi sempre Sabina Guzzanti) speranza di una nuova moralità nella politica. Ma di cosa stavano parlando? Di una che si è rimangiato tutto in mezza giornata; che sta lì a puntellare il governo e a difendere il suo capo dai "complotti". Bella lungimiranza nel dare patenti di onestà intellettuale e coerenza etica. Ed è questo, a ben pensarci, che mi dà più fastidio. Ossia che tanti, troppi, nell'opposizione politica e intellettuale, navigano a vista. Oggi la Carfagna parla male di Berlusconi, ergo la Carfagna è l'eroina del giorno. C'è una predisposizione al trasformismo preoccupante. C'è perfino che vorrebbe riabilitare Paolo Guzzanti, anti-berlusconiano dell'ultima ora dopo aver passato lustri a cantarne le lodi. Guzzanti, quello che con la commissione Mitrokhin aveva preparato il piattino per far passare Romano Prodi come una spia del Kgb. Con tanto di testimonianze (farlocche) raccolte dal fido Scaramella, poi giustamente finito in prigione. Che le miracolate di Berlusconi facciano il loro mestiere e neghino quelle pratiche cui loro stesse sono state sottoposte, rientra nel gioco delle parti. Che la Carfagna vada in tv a difendere l'uomo del bunga bunga è assai ridicolo, ma possiamo sempre dire che rientri nel gioco delle parti. Che qualcuno sia disponibile ad ascoltarle e a prenderle sul serio e, magari, a sperare in un "dialogo" o una alternativa con questi soggetti è semplicemente sconcertante. Il degrado morale, etico e istituzionale cui siamo ridotti si cura solo chiudendo una volta per tutte con questo sistema e con coloro i quali ne sono stati interpreti. Una chiusura netta. Per rifondare il paese su una visione diversa e restituire a tutti noi l'onore di essere italiani e non, come ora, essere la barzelletta del mondo. Con giochi e giochetti non si arriverà lontani. Questo sistema deve essere politicamente e culturalmente raso al suolo e sulle macerie deve essere sparso il sale perché non torni mai più. Niente trasformismi. Niente patti al ribasso. O tutto sarà sempre come prima. E questo, perdonatemi, sarebbe il definitivo assassinio della nostra democrazia.
 
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view post Posted on 20/3/2011, 23:55
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view post Posted on 2/11/2011, 20:54
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Il mediocre ministro degli Interni Roberto Maroni (alias Bobo ndr) riuscito nell'impresa di essere addirittura peggiore di quanto lo fosse stato perfino Scajola al Viminale, è l'allenatore di una squadra che ha appena perso 5-0, dopo una serie di altre prestazioni poco brillanti.
Fosse stato un allenatore di calcio, invece di un intoccabile (perché può far cadere Berlusconi in qualsiasi momento) sarebbe stato già esonerato. Fosse stato una persona con maggiore senso dello Stato avrebbe già da tempo rassegnato le dimissioni.

maroni-mano-sulla-bocca

Però Maroni va avanti imperterrito, grazie ad una maggioranza sull'orlo del baratro del berlusconismo e ad una opposizione che varia dal demagogico (Di Pietro) al distratto (il Pd) che non ha ancora ben compreso il grado di inquinamento del "bisignanesimo" negli apparati dello Stato e che proprio l'ordine pubblico può essere (o probabilmente è già) terreno di trappoloni, di cui potrebbe essere proprio la prima vittima.

In Parlamento Maroni ha raccontato una serie di cose che non stanno né in cielo, né in terra. Giustificando l'impossibile, solo per puntare nel luogo dove lui e i suoi sodali vogliono arrivare da tempo: la stretta autoritaria, il restringimento degli spazi democratici. Ossia non sono capaci di gestire l'ordine pubblico, non hanno un apparato informativo degno di questo nome, e pensano che tutto si potrebbe risolvere con una maggior dose di manette e manganelli. Che ovviamente (Genova docet) colpirebbero una maggioranza di innocenti, lasciando liberi i veri teppisti. Avete presente le guerre degli ultimi anni? Il 95% dei morti sono civili. C'è da rabbrividire quando qualcuno vuole applicare questi metodi all'ordine pubblico.

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Ecco le affermazioni di Maroni:

"Le informazioni sul movimento dei violenti c'erano, ma ricordo che le norme di legge attuali non consentono di procedere al fermo o all'arresto di chi è solo sospettato di volere partecipare alle violenze."

La dichiarazione non sta in piedi. Ancora il 22 settembre (quando in Grecia avevano già scelto Roma come luogo del caos dopo Atene) il Dis, riferendo sulle attività di Aisi, diceva che non si prospettava una situazione di emergenza. E sapete perché? Perché i nostri servizi segreti pieni di dirigenti ben pagati, dove le promozioni per meriti speciali si sono sprecate negli anni, dove le competenze sono state azzerate per fare spazio ai nuovi raccomandati, non hanno occhi e orecchie dentro questo movimento. Si sono allertati in ritardo, soprattutto intercettando e-mail e monitorando alcuni siti internet. Ma, se consentite, questa seconda cosa la sa fare anche il meno esperto dei miei cronisti. Che non prende 5 mila euro al mese.

"Le informazioni c'erano e c'erano tutte."

Maroni ci vuole far credere che i nostri apparati tutto sapevano. Se avessero avuto la legge dalla loro avrebbero fermato i black bloc prima degli scontri, insiste. Ma è un falso. E spiego il perché: è noto che nei giorni e nelle ore precedenti il corteo i violenti avevano disseminato le vicinanze del percorso di "depositi" di strumenti da utilizzare per gli incidenti. Quanti ne hanno scoperti? Quanti servizi di vigilanza sono stati disposti accanto ai deposito per sorprendere in flagranza chi si andava a rifornire? Io credo zero. E Maroni ci vuole far credere che le informazioni c'erano tutte? L'opposizione è disposta a farsi prendere in giro in maniera così plateale? C'è qualche legge che impedisce alle forze di polizia di individuare e smantellare i depositi di armi? No, nulla lo avrebbe impedito. Semplicemente bisognava sapere le cose. Ma l'inefficienza è stata totale.

fiom-epifani-a-maroni-se-sa-qualcosa-ci-informi-1

"I Carabinieri hanno fermato quattro persone, appartenenti all'area anarco-insurrezionalista, che erano dirette alla manifestazione di Roma e che all'interno della loro auto trasportavano caschi da motociclista, parastinchi, 500 biglie di vetro, mazzette da muratore, una fionda professionale, un piede di porco, nonché una piantina della città di Roma. I quattro sono stati trattenuti, identificati, denunciati, ma poi rilasciati, non potendo i carabinieri trattenerli perché non avevano ancora commesso il reato di violenza e resistenza che si apprestavano a compiere di lì a poco.
La manifestazione è stata funestata dalla cieca violenza di 3000 incappucciati."

Ricapitoliamo: i servizi segreti sapevano tutto e i black bloc erano 3000 (in realtà quelli organizzati non erano più di 700: i bene informati non sanno nemmeno contare. Gli altri sono stati gli utili idioti che si sono fatti prendere dall'eccitazione del momento. Ma come possono capire queste cose analisti che a momenti non sanno nemmeno cogliere la differenza tra gli anarchici e la Fiom, visto che per loro sono solo "rossi"?).

sam-maroni-ok

Torniamo ai 3000. Se sapevano tutto come mai ne hanno intercettati solo quattro? Ossia lo 0,13% . Pensa che se arrivano all'1% si danno una bella promozione per meriti speciali. E gli altri 2996 come sono arrivati? E poi: senza bisogno di legge Reale o di arresti preventivi, quando vogliono le forze di polizia ci mettono ore per identificare un cittadino prima di rilasciarlo. O volete negare che questo sia accaduto migliaia di volte? Delle due l'una: se l'operazione filtro non è stata fatta è perché la parte informativa è stata un fallimento; ma se non è stata un fallimento, allora possiamo legittimamente sospettare che li abbiate fatti attivare apposta, per poi chiedere il pugno duro il giorno dopo.

"Non c'era nessun black bloc proveniente dall'estero."

E questa è un'altra prova che le informazioni fanno acqua. Ministro, s'informi. Copasir, se ci sei batti un colpo.

"Gli organizzatori dei cortei dovranno fornire garanzie patrimoniali per risarcire gli eventuali danni."

Certo. Perché in Italia le manifestazioni le fanno notoriamente i proprietari di panfili che protestano contro il caro cachemire. Mentre operai, disoccupati, precari e quant'altro possono chiedere un mutuo o una fidejussione. In un paese serio Maroni si dovrebbe dimettere e a ruota lo dovrebbero seguire tutti i responsabili a vario livello del fallimento del 15 ottobre, che hanno garantito un ordine pubblico da paese arretrato, L'opposizione farebbe bene a non cadere nel tranello del pugno forte. Bonifichiamo il paese dai violenti, per prima cosa. Ma contestualmente bonifichiamo l'Italia da ministri e responsabili dell'ordine pubblico incapaci.
E i cattivi pensieri li tengo per me. Al momento.

[email protected]

Maroni
 
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