Voto di Scambio, art. 416-ter

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view post Posted on 6/5/2009, 07:30
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Offrire ad un elettore un posto di lavoro, vantaggi personali, appalti, banconote o tornaconti in genere per ottenere in cambio voti è un reato.
Quindi di conseguenza il clientelismo, del quale in irpinia tanto si discute, è un'attività non solo immorale ma anche illegale, nel senso di vietata dalla legge.

da wikipedia
Voto di scambio

Il voto di scambio è il voto dato regolarmente da un elettore, ma non motivato da scelte politiche frutto di riflessioni sincere e disinteressate, bensì corrotto da qualche tornaconto ricevuto da parte di chi si candida o chi per lui.

In Italia il voto di scambio politico-mafioso è un reato ai sensi dell'art. 416-ter del codice penale.

Il voto di scambio può manifestarsi in un rapporto diretto fra politico ed elettore senza l'interposizione di interessi di organizzazioni mafiose, in cambio di denaro o di una raccomandazione per un posto di lavoro.

Nel caso di una forma di associazione, il voto di scambio può analogamente avere luogo per ottenere finanziamenti o appalti pubblici, se queste incentivano una convergenza di "massa" per i voti dei loro iscritti.

Voto di scambio e ricatto occupazionale

A volte si tratta di vere e proprie somme di denaro di piccola entità, specialmente per le elezioni minori (comunali o provinciali). Più spesso si tratta di favori meno palesi da individuare. Da quando, ad esempio, esistono leggi che permettono contratti di lavoro di tipo flessibile (a tempo o collaborazione), chi ha il potere di offrire lavoro, cioé imprenditori o anche amministratori al potere desiderosi di ricevere la conferma del loro mandato, usano assumere, anche poco prima delle elezioni, ingenti numeri di giovani con contratti precari, così da forzarli al voto per loro in cambio della conferma del lavoro. Questo ovviamente poteva accadere anche in passato da parte di chi opera nel nero ed è molto più frequente in realtà di forte disoccupazione, per lo più al sud. In questo caso il "voto di scambio" è legato a un più generale ricatto occupazionale che permette, grazie alla disoccupazione, di acquisire grandi poteri sulla pelle, e grazie a volte alla complicità, di chi ha bisogno.

Voto di scambio e organizzazioni criminali

Altre forme più gravi, quanto efficaci, di "voto di scambio" sono quelle per cui viene sfruttata, nel corso di consultazioni elettorali, l'influenza che gli ambienti mafiosi esercitano su gran parte della popolazione per far confluire i voti su una determinata parte politica che ha favorito, con leggi o con la concessione di appalti per la costruzione di opere pubbliche, lo sviluppo delle attività imprenditoriali della mafia. Questo fenomeno ha avuto inizio alla fine degli anni cinquanta quando la mafia si è trasformata in una grossa azienda multinazionale e si è radicata nel settore delle costruzioni e della finanza internazionale. Questo ovviamente può avvenire anche in maniera meno grave, attraverso gruppi che hanno una qualsiasi influenza, imprenditori, enti religiosi, sindacati, associazioni; ciò che però rende l'atto illegale e spregevole è l'abuso di potere teso a elargire favori, spesso illegali, in cambio del voto o anche la coercizione al voto da parte di chi ha, non un'influenza, bensì un potere sociale che gli permette il ricatto.

Rilevamento illecito del voto

Detto questo, il problema del "voto di scambio" è sempre quello di riscontrare oggettivamente che quella persona in particolare abbia votato quel partito, uomo politico preciso, il che sarebbe teoricamente impossibile grazie al voto segreto. In realtà di metodi ce ne sono diversi, specialmente grazie alla preferenza, in cui si scrive il nome del candidato e lo si può scrivere in modo riconoscibile e alla presenza di tanti seggi che delimitano molto il loro ambito, da quando però esistono e sono così diffusi apparecchi fotografici di piccole dimensioni e digitali, quindi senza meccanismi rumorosi, il "voto di scambio" è diventato semplicissimo da effettuare. L'elettore corrotto entra nel seggio elettorale, segna la scheda e la fotografa con il cellulare o la fotocamera, poi mostra la fotografia al politico o chi per lui che gli elargirà il favore richiesto.
Per questo motivo, il Governo italiano, presieduto da Romano Prodi, ha stabilito per decreto il 1º aprile 2008 regole severe e pene esemplari fino all'arresto per chi si reca a votare munito di una fotocamera inclusa quella del telefono cellulare.

Edited by Claudio Bozzacco - 6/5/2009, 11:03
 
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