Spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti o psicotrope: conseguenze penali ed amministrative

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view post Posted on 20/4/2019, 20:26
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Da qualche giorno si è spento Massimo Bordin. Sarebbe un'impresa continuare il suo lavoro e tenere accesa radio radicale.
Però dalle umili pagine di questo come altri blog e forum si può cercare di continuare il suo ragionamento.

In particolare in questi mesi in Italia si discute sulla possibilità di assimilare il diritto Italiano a quello Giapponese.

Bisogna ricordare che il popolo giapponese è il più triste al mondo. La sua cultura si basa su quella dell'Imperatore che viene considerato come un Dio che viene protetto e servito dai Samurai. Una tradizione millenaria, molto distante e diversa da quella mediterranea.

In particolare si vorrebbe cancellare la prescrizione. Questa operazione condannerebbe il cittadino all'ergastolo processuale. Si potrebbe tenere stretti, per un tempo indeterminato, nella morsa ferrata della giustizia, una persona indagata per un reato come le lesioni colpose,a seguito di un incidente stradale non voluto. Oppure per appropriazione indebita della cosa smarrita, per aver trovato qualcosa smarrita da un'altra persona ed essersene impossessato.

Non si tornerebbe al diritto romano e alla riduzione in schiavitù per debiti ma ad uno ancora più primitivo.

Anche la semplice detenzione presso le case di reclusione andrebbe fatta scontare solo dopo il passato in giudicato della sentenza.

Le case circondariali dove si scontano anche le custodie cautelari andrebbero abolite.

Da gennaio a settembre del 2018 oltre ai fiumi di risorse pubbliche che vengono impiegati per il comparto giustizia e sicurezza sono stati sborsati altri 30 milioni di euro per risarcire i detenuti che hanno subito un'ingiustizia detenzione.

Vi riporto un interessante articolo dell'Agi che fa riferimento alla discussione parlamentare che interessa l'argomento.

Ciao Massimo Bordin e grazie della compagnia che ci hai fatto in questi anni.

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ENRICO COSTA CARCERI INGIUSTA DETENZIONE
Enrico Costa, deputato e responsabile giustizia di Forza Italia, il 18 aprile ha dichiarato: «Ogni anno, mille persone vengono indennizzate per essere state arrestate ingiustamente: basterebbe questo per capire che un conto sono le indagini, altro le sentenze».

È un’affermazione in sostanza corretta. Vediamo dunque di cosa stiamo parlando e quali sono i numeri del fenomeno.

Le misure cautelari
L’articolo 27 della Costituzione stabilisce il principio di presunzione di non colpevolezza. In base a questo, nessuno - per quanto possano essere schiaccianti le prove, anche se colto in flagrante, anche in caso di confessione - può essere considerato colpevole finché la sentenza di condanna non diviene definitiva. Questo accade normalmente al termine dei tre gradi di giudizio.

Quando un presunto colpevole viene arrestato, al termine delle indagini o addirittura nel corso delle indagini, può succedere che finisca in carcere. Ciò non significa che sia già stato condannato, anzi.

Significa, in base alla legge, che le prove a suo carico sono molto convincenti da un lato, e che dall’altro lasciarlo in libertà secondo i giudici sarebbe un pericolo, perché potrebbe commettere altri reati, potrebbe inquinare le prove o potrebbe darsi alla fuga.

Se sono presenti questi due requisiti - le prove molto forti e il pericolo nel lasciarlo in libertà - il giudice può allora disporre le “misure cautelari”. Queste sono di vario tipo e spaziano dal divieto di espatrio all’allontanamento dalla casa familiare, dagli arresti domiciliari fino alla detenzione in carcere. Il carcere è ovviamente la forma più severa di misura cautelare.

Quindi, chi si trova in prigione per via di una misura cautelare non è necessariamente colpevole ed è sempre possibile che alla fine del processo si scopra che un innocente abbia trascorso del tempo in carcere ingiustamente. A volte addirittura questo si scopre dopo la sentenza definitiva (fortunatamente questi casi, di “errori giudiziari”, sono molto più rari).

L’indennizzo per l’ingiusta detenzione
Chi trascorre del tempo in carcere per via di una misura cautelare, e poi viene riconosciuto innocente al termine del processo, in base al codice di procedura penale (artt. 314 e 315) ha il diritto di chiedere un indennizzo allo Stato italiano per “ingiusta detenzione”. Questo indennizzo in ogni caso non può essere superiore a circa 500 mila euro (per la precisione 516.456).

Come abbiamo scritto di recente, ottenere i dati ufficiali sulle vittime di ingiusta detenzione ed errori giudiziari non è semplice. In teoria, una legge (art. 15 l. 47/2015) imporrebbe al ministro della Giustizia di comunicare i dati relativi alle diverse misure cautelari e all’esito dei processi entro il 31 gennaio di ogni anno. Ma, ad oggi, queste statistiche non sono ancora state rese pubbliche. Avevamo contattato a suo tempo il Ministero, ma senza avere risposta. Abbiamo reiterato la richiesta ma ancora inutilmente.

Possiamo allora fare affidamento a quanto riporta il sito Errorigiudiziari.com, un progetto dei giornalisti Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone che si propone di essere il primo archivio online per raccogliere, tra le altre cose, tutti i casi di ingiusta detenzione.

Qui si legge che, dal 1° gennaio 2018 al 30 settembre 2018, sono stati 856 i casi di ingiusta detenzione, per i quali è stato stimato un risarcimento totale pari a quasi 30 milioni di euro. Proiettando lo stesso andamento sugli ultimi tre mesi dell’anno scorso, si supera facilmente la soglia dei mille casi.

Non solo. Sempre grazie all’elaborazione sui dati del Ministero dell’Economia fatta da Errorigiudiziari.com, si vede come dal 1992 al 2017 sono state 26.412 le persone che hanno subito un’ingiusta detenzione. Dunque poco più di mille all’anno di media.

Costa ha insomma ragione, anche se parlando di “persone arrestate” è impreciso.

Cosa si intende per arresto
Con il termine “arresto” si intendono due cose distinte. In un caso è una pena, che viene data per punire le contravvenzioni (reati meno gravi dei delitti). Dunque è possibile che in prigione ci siano “persone arrestate”, ma si tratta di un sottoinsieme rispetto alle persone “detenute” - a vario titolo, sia arresto sia ad esempio reclusione o ergastolo - in carcere.

Nel secondo caso, più noto, con “arresto” si intende una misura coercitiva che limita la libertà personale, e che dura finché non avviene l’udienza di convalida. Per capire meglio facciamo un esempio: un ladro viene colto sul fatto da una pattuglia di polizia, che lo pone in stato di arresto, che quindi rende legittima la privazione della sua libertà personale. Successivamente tocca ai giudici convalidare o meno quell’arresto ed eventualmente avviare il processo.

Anche in questo senso, l’espressione “persone arrestate” usata da Costa è formalmente imprecisa.

Conclusioni
Al netto dell’imprecisione formale appena vista, Costa fa un’affermazione corretta: è importante tenere distinte le indagini - e anche le prime decisioni della magistratura - dalle sentenze definitive. Si può finire in carcere pur essendo innocenti.

In questo caso, peraltro, si ha il diritto ad essere indennizzati per ingiusta detenzione. Le persone che ricevono questo indennizzo sono state, come giustamente ricordato da Costa, circa mille l’anno tra 1992 e 2017.

Edited by Claudio Bozzacco - 20/4/2019, 21:43
 
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view post Posted on 2/9/2019, 09:03
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Gentili lettori é in corso la trattativa per il Conte Bis. Un anno e mezzo fa si interruppe un lavoro molto importante in via Arenula. Il decreto Orlando. Forse in questo giorni si potrebbe riattivare con il cambio e l'aiuto di Bonafede, Ministro della Giustizia in carica, che ha fatto una bella figura. Sarà difficile far diggerire il decreto al m5s di profilo giustizialista. Ma ci possiamo provare.

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Edited by Claudio Bozzacco - 6/9/2019, 22:13
 
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view post Posted on 6/2/2020, 12:48
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Gli approfondimenti su questo argomento stanno per compiere trenta anni.

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view post Posted on 14/2/2020, 08:11
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Buongiorno amici. Rispetto e Solidarieta' nel Grande e umile Lavoro di Giuseppe Conte e Alfonso Bonafede. Siamo molto d'accordo a potenziare tutti gli uffici dipendenti dal Ministero della Giustizia. Altrettanto d'accordo a chiudere il terzo grado del processo penale entro i 4 Anni stabiliti dal nuovo decreto. Basta lasciare la prescrizione per non far pagare al cittadino i disservizi del Ministero di via Arenula. Questo Grande Lavoro che è costato almeno otto consigli dei Ministri e molte piu' riunioni tecniche, gia' era stato fatto da Andrea Orlando e Gennaro Migliore che erano giunti ad una soluzione molto simile e anche questi due onorevoli stanno continuando a farci sognare.



Edited by Claudio Bozzacco - 14/2/2020, 09:38
 
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view post Posted on 10/3/2020, 20:35
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Aggiornamenti da via Arenula di Alfonso Bonafede. La polizia penitenziaria fa un lavoro molto difficile. La rieducazione dei detenuti e la loro sofferenza è una grande esperienza umana. È la società che cerca di migliorarsi con l'aiuto di tante persone da tanti anni. Montella può contribuire a questo grande lavoro.

 
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