Caro Carmine ti ringrazio per i complimenti e ti trasmetto le mie considerazioni su Biliardo e su Giordano Bruno.
Il nome del programma è stato scelto perchè nasce dalla collaborazione di alcuni amici nata in un forum digitale e sviluppatasi attorno ad un biliardo. Il titolo non è impegnativo, ma riconducibile ad un contesto di svago e familiare a diversi ambienti.
Inoltre il gioco geometrico del biliardo, stimola l'intuito e l'intelligenza del giocatore, lo pone difronte a casi che metaforicamente sono paragonabili alle vicende della vita quotidiana. Fatta di situazioni di partenza, valutazioni da fare in relazione agli obiettivi da raggiungere; considerando gli ostacoli e confrontando le diverse soluzioni.
Giordano Bruno riprese Copernico e lo sviluppò, disconoscendo la concezione geocentrica dell'universo aristotelico/tolemaica.
Antevedette la teoria della relatività che, a torto o a ragione, sta giocando un ruolo centrale nella fisica, a partire da circa quattro secoli più tardi.
Considerate tutte queste premesse abbiamo deciso di dedicargli la prima puntata di Biliardo.
Inoltre il suo busto inclinato, che ne oscura il viso e speriamo verrà meglio illuminato, fa quasi spavento
a chi non conosce il personaggio. Anche per questo abbiamo deciso di fare maggiore chiarezza sull'argomento.
Giordano Bruno nacque a Nola nel 1548, studiò presso un sacerdote locale, prima di entrare nell'ordine Domenicano a Napoli.
La scelta di indossare l'abito talare può spiegarsi non per un interesse alla vita religiosa o agli studi teologici ma,come dichiarò al processo, per potersi dedicare ai suoi studi prediletti di filosofia, con il vantaggio di godere della grossa biblioteca domenicana e della condizione di sicurezza che l'appartenenza a quell'Ordine potente certamente gli garantiva.
Studiò Aristotele e Tommaso D'Aquino, girò per l'Italia e l'Europa, elaborò un pensiero che si basava su tre concetti fondamentali: l'infinità di un universo unico, la molteplicità dei mondi e la non generazione delle sostanze.
Pensiero ancora attuale ma anche futuribile, infatti le intuizioni di Bruno oggi vengono riprese in tutto il mondo da movimenti culturali di nuova generazione.
L'8 febbraio 1600 fu costretto ad ascoltare inginocchiato la sentenza di condanna a morte per rogo, inflittagli dall'inquisizione con l'accusa di eresia.
Si alzò e ai giudici indirizzò la storica frase: «Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam» (forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell'ascoltarla).
Dopo aver rifiutato i conforti religiosi e il crocefisso, il 17 febbraio 1600, con la bocca serrata da una morsa perché non potesse parlare, muore bruciato in Campo de' Fiori a Roma dove dal 9 giugno 1889 s'innalza il monumento a lui dedicato, opera del Gran Maestro Ettore Ferrari.
In vita Bruno affermò: "Giusto come noi ci riteniamo al centro di quel cerchio equidistante, che è il grande orizzonte che ci circonda, così altrettanto gli abitanti della Luna (ammesso che esistessero) si ritengono senza dubbio essi stessi al centro di un grande orizzonte che abbraccia questa Terra, il Sole e le altre stelle. Pertanto, la Terra, non più di qualche altro mondo, potrebbe essere considerata al centro (e quindi fissa nello spazio)".
Così affermando, con perfetta argomentazione, Giordano Bruno aveva anteveduto la teoria della relatività che, a torto o a ragione, sta giocando un ruolo centrale nella fisica, a partire da circa quattro secoli più tardi.
La sua concezione dell'universo era che non esiste nulla al di fuori di questo. E quindi eventuali paradisi, inferni o purgatori si troverebbero all'interno dell'universo stesso, da qui l'interessamento dei movimenti ufologici sulle deduzioni del filosofo.
Il suo busto è stato collocato sulla facciata della biblioteca comunale di Montella, come omaggio tangibile al grande Nolano fondatore del Libero pensiero.
L'opera fu commissionata nei primi anni del '900 dal montellese Ferdinando Cianciulli, grazie alle donazioni di molti concittadini emigrati in America, di intellettuali, scrittori irpini e dei componenti dell’Associazione del Libero Pensiero di Avellino.
L’omaggio a Giordano Bruno, venuto da un piccolo centro della provincia meridionale, suscitò l’entusiasmo di tanti che avevano a cuore la libertà
di parola e di pensiero e indusse uno dei maggiori studiosi dell’epoca, il
filosofo Roberto Ardigò, a dettare l’epigrafe posta sul basamento in
pietra del monumento:
“Rivelatore impavido delle verità nuove, ferocemente immolato dal
pregiudizio insano di tristi tempi, l’età per lui rinnovellata pone
vendicatrice e consacra – 9 agosto 1912”.
Edited by Claudio Bozzacco - 28/12/2007, 11:15