Bellissima lucche lacche, me la raccontava nonna. Per quanto riguarda la janara mi ricordo una storia alquanto tetra, e avevo paura della janara più di Maria Longa. Ah, ecco un'altra storia, almeno come veniva raccotata a me. Ai bambini piccoli, per tenerli lontani dai pericoli, tipo dai pozzi, dai balconi, dai davanzali, dalle cisterne interrate dell'acqua, si diceva: "accorto, ca si ti spurgi troppo esse maria longa, t'angappa e te ne porta abbascio (o rindo, nel caso del pozzo o della cisterna)". La cosa hc emi ha sconvolto, è che durante gli scavi al catello del Monte, hanno trovato lo scheletro di una donna, con un bambino in braccia, alta almeno 2 metri e 15.....
La janara. La sotia della ianara mi è stata raccontata molto tempo fa, tra ragazzi. Praticamente in una notte particolare, sabato notte, questa sorta di strega, entrava nelle case e cercava capelli, per contarli. Non mi chiedete perchè. E si dice che cerchi persone in posizione supina per sedersi sulla pancia della persona a cui sta contando i capelli. Il problema è che sa contare fino a 10, dopo di che comincia da capo. La persona che avverte questa presenza sul ventre, non deve per nessun motivo svegliarsi, e guardarla, previa chi sa quali disgrazie. L'antidodo è una frase "sabato oi, e domeneca crai" che fa svanire la malefica.
Spero che qualcuno leggendo mi corregga. E faccio un'appello a chi si ricordasse della storia del "caparrone" l'uomo mezzo capra, che vive(va) tra montella e verteglia. Mi ricordo che mi fu raccontato anche di una donna di Montella che si presume l'abbia visto.
Un'altra mi è venuta ora in mente.
E' mattino presto, una donna si alza, "tra lume e lustro" (all'alba) per impastae il pane. Ora, all'epoca dell'accaduto le case non erano fornite dall'acquedotto, e così bisognava approviggionarsi ai fontanini pubblici. Questa donna uscì con la conca per prendere l'acqua, e (se non sbaglio) il suo solito fontanino era nei pressi della chiesa della Libera. La donna nell'avvicinarsi vide una porta della chiesa aperta: "pot'esse ca a quest'ora ngei la messa, e non aggio sintuto manco le campane". Incuriosita, la scia la conca, e si avvia in chiesa. Entra, si siede "ma sta gente chi è? Non saccio a nisciuno". La donna timorosa inizia a guardarsi intorno, intanto il prete inizia la messa: "mah, sto preote adda esse forastiero, o è uovo. No l'aggio mai visto". Nel pensare ciò, gli si avvicina una donna: "Commà, che fai qua, vavattenne!". La donna, riconobbe nella signora un'amica della madre morta da anni. E facendo attenzione agli altri nella chiesa, constatò che molti di loro erano defunti. La signora le disse: "Curri, scappatenne. Qua simmo tutti muorti, puro lo preote. Non z'a mai arriva la cumminione, si chiureno le porte e riesti pè nui!" La donna, morta di paura, guardò verso l'altare e vide il prete alzare l'ostia, corse verso la porta, uscì e tornò a casa. Più tardi il parroco, nell'aprire la chiesa, trovò un pezzo di tessuto incastrato tra le due ante della porta.
Se mi riaggancio a percival, ricordo che alle scuole elementari pubblicammo un libro su montella, e c'era anche la storia dell'abate Goglia, ovviamente ripulita perchè eravamo bambini. Sommariamente mi ricordo che il suo passatempo erano le donne, e che le giovani spose erano costrette a passare la prima notte di nozze con lui.
Vi prego correggetemi.
CITAZIONE (montellese @ 5/6/2008, 16:17)
So per certo che la persona che ne sapeva più di tutti a Montella era lo scomparso "Cuculo" (il soprannome). Era davvero eccezionale e sapeva di tutto. E' colui che realizzò il sepolcro della penultima edizione della Via Crucis Vivente e che, insieme a Carmine Palatucci, ha dipinto lo scenario della stessa manifestazione. So di certo che "il suo sapere" lo ha registrato su una cassetta ma non so dove si trovi ora quella cassetta.
Quela cassetta è un tesoro, vediamo di trovarla. Io stesso, sto iniziando a scrivere tutto quello che nonna mi raccontava da piccolo. Dalle storie, alle filastrocche, alle preghiere. Si, ho scoperto che ci sono diverse preghiere in montellese. Non preghiere tradotte, proprio create in dialetto.
Chi si ricorda:
"Montella è composta a quatto pizzi,
pizzo pe pizzo l'aggio camminato:
' mponta Suorio so li sgarrupizzi;
a San Zumione li scommenecati;
' mmiezzo a la Chiazza stanno re bellizzi;
abbascio Fontana so li nnammorati;
a Santo Ianni so li iura cristi;
' Mpieri a li Pastini li renneati. "
forse è finito, ma non me lo ricordo tutto, mio zio in america sicuro si..... ragà, là il dialetto non è cambiato proprio da 100 anni fa, e lì ho imparato molte parole che non avevo mai sentito, oltre che al detto: "si la mmiria fosse paposcia, la portassero tutti quanta nderra" :