| L’ESERCITO OCCUPA IL FORMICOSO
Formicoso e Baronia, due territori dell’Alta Irpinia che probabilmente pochi conoscono. Il primo che si riferisce alla laboriosità dei suoi abitanti, il secondo ad un territorio una volta abitato dalla nobiltà sannita. Ancora oggi con comuni distanti tra di essi un solo chilometro, altri 3-4 a ricordare l’antico assetto urbanistico dei “pagus” hirpini. Dopo la fine della III guerra sannitica (298 a.C.), che vide la sconfitta dell’intero Sannio, tanti territori passarono nella mani di Roma che li consegnò ai propri consoli ed ai propri triunvi. La Baronia, il Formicoso e quelli di Lioni, Torella e Nusco tra questi.
Nel 216 a.C. Stazio Trebio, dux di Compsa, approfittando della sconfitta subita da Roma ad opera di Annibale presso Canne, sollecitò il condottiere cartaginese a prestargli il proprio aiuto. Annibale invio nella vecchie terre Hirpine suo fratello Magone. Ma la fine fu quella di sempre: la sconfitta degli hirpini sanniti. In quella circostanza Roma fece cancellare il nome degli Irpini dagli annali storici, inoltre li staccò dal Sannio integrandoli nella regione Dauna. Una storia vecchia quanto il mondo, da poco conosciuta, ma che si ripresenta ai nostri occhi ogni qual volta qualcuno cerca di sopraffare la sana e laboriosa gente irpina dell’entroterra, simile a quella lucana e molisana in quanto con lo stesso DNA nel sangue. Ma, chissà perché, sono sempre quelli irpini a pagare più di tutti. Ancora una volta il nemico di sempre è Roma, presente questa volta sul Formicoso, a Pianura e Savignano con le armi di oggi: polizia, carabinieri, blindati e filo spinato. Ancora una volta l’oggetto del contendere è la terra, quella terra conquistata con il sangue nei secoli scorsi, poi acquistata dai contadini locali andando all’estero oppure mangiando pane e cipolla. Nessuno l’ha avuta gratis da una spartizione latifondista che non ci fu mai, oppure dalla legge del 1886 che aboliva i beni ecclesiastici. Adesso Roma la vuole! La vuole per sanare le “beghe” di Napoli, la mal politica del nostra capoluogo di regione per depositarvi i suoi rifiuti (in tutti i sensi), i suoi escrementi, il nulla dei suoi rappresentanti politici, lontani anni luce dagli interessi di una regione in mano della mala vita organizzata peggio della peggiore Sicilia di un tempo. Ma cosa ci fa l’Irpinia con Napoli? E, mentre la confinante regione Puglia ha avviato un processo di valorizzazione dei territori marginali, quella campana ha avviato una politica di distruzione in quanto ha stabilito che i territori interni irpini (solo questi) debbano essere occupati dal suo malgoverno impunito. Certo, perché quando uno Stato non ha più le capacità di dialogare con il proprio elettorato, il proprio territorio, mandando la Polizia per calpestare i deboli e gli onesti, oppure mettendo in filo spinato intorno al proprio potere, la democrazia è oramai lontana anni luce, il peggiore fascismo una fanciullesca dittatura. Ma la gente del Formicoso non si da per vinta, pronta a combattere la sua IV guerra contro Roma. I ragazzi delle superiori, tanti cittadini, il sindaco di Andretta Angelantonio Caruso è tutta là a fare sentire i propri diritti. Ma sono parole al vento. I poliziotti, chiusi nelle loro tute antisommossa, sembrano non battere ciglia, avvezzi a quelle rimostranze. Obbediscono e basta. Allora, se le cose stanno così (e probabilmente stanno così), le parole sono portate via dal vento, da quel leggero vento settembrino dei 900 metri slm per perdersi tra le valli e le colline appena arate. Alcuni a gridare parole di fuoco contro il malgoverno locale, altri contro Roma e le tre B (Berlusconi-Bassolino e Bertolaso), altri contro tutti i politici locali, altri a dire che moriranno ma la loro terra non la cederanno mai.
Raccogliamo una delle tante dichiarazioni, quella di Michelangelo Acocella di Andretta che dice: “La discarica confina con le abitazioni, a 200 metri c’è la frazione di Alveo ed un Agriturismo, per almeno tre generazioni questa terra sarà inospitale per tutti. Abbiamo mangiato pane e cipolla per acquistarla e non la lasceremo mai”.
E’ tardi. Le prime luci della sera calano sul Formicoso con le nuvole nere che si addensano sopra di noi. Il consiglio comunale di Andretta è ancora riunito e non sappiamo cos’abbia deliberato, certamente un’opposizione ad oltranza per impedire l’occupazione dei terreni. Presente anche Franco Arminio, disposto ad ogni tipo di manifestazione pur di non abbandonare il suo territorio. Lo saluto affettuosamente. Cosa accadrà da domani sul Formicoso? Nessuno lo sa. Vincerà la Regione? Gli impuniti? I prevaricatori? La Polizia con il filo spinato? Una cosa è certa, che abbiamo perso tutti. Abbiamo perso soprattutto il sogno nel credere che la nostra fosse una nazione democratica nata dalla resistenza. Ed i tanti morti? Gli eroi delle ultime due guerre? Acqua passata, balle, fandonie, oggi il mondo è globale e gli ideali sono stati cancellati dall’egoismo di pochi, che però sono in grado di decidere per tutti. L’Italia delle regioni passata al più puro feudalesimo, i partiti inesistenti, molti che fanno politica dei veri e propri avventurieri al soldo di tutte le bandiere. Ma ci rappresentano, questa la triste realtà, si fanno eleggere, oppure sono eletti senza essere votati, poi decidono per gli altri. Ciao bella Italia, oramai non sei più neppure il sogno di quella che eri una volta, solo venti anni fa, o l’illusione o la speranza di essere stata.
Domenico Cambria
Edited by Claudio Bozzacco - 1/10/2008, 12:32
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