| Poliziotto offeso sul suo operato: non è ingiuria
Non integra il reato di ingiuria dire alle forze di Polizia che non sono capaci di fare il proprio mestiere. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 32907/11.
Il caso
Intervenuti per sedare un dissidio familiare nella qualità di appartenenti al corpo della Polizia di Stato, due poliziotti vengono apostrofati da uno dei due litiganti come soggetti che non erano in grado di fare il loro mestiere e non erano capaci di fare null'altro.
Il Giudice di pace, però, assolve l’imputato perché tali espressioni non erano idonee ad aggredire il patrimonio morale delle persone offese, essendo mirate solo a criticare l’operato degli agenti che, chiamati dallo stesso ricorrente per potere rientrare nella casa che il convivente rifiutava di aprire, non erano riusciti a porre rimedio al disagio dell'imputato stesso. Piena assoluzione, quindi, perché il fatto non sussiste.
C'è lesione dell’onore della persona e del decoro del pubblico ufficiale? Col ricorso per cassazione, presentato dagli agenti, si lamenta l’errata valutazione dell’interesse della persona il cui onore è leso e della lesione del decoro in quanto pubblico ufficiale. A parere dei ricorrenti non si può parlare di diritto di critica, visto che l’imputato aveva fatto ricorso ad espressioni «inutilmente dileggianti», e neanche valorizzare il nervosismo, perché sembrerebbe evocare la scriminante della provocazione (art. 599, comma 2, c.p.p.), anche se gli operanti non hanno posto in essere alcun fatto ingiusto.
Però, come i giudici di merito, anche la Cassazione sostiene che le frasi attribuite al prevenuto non presenterebbero «idoneità offensiva e pertanto non sarebbero tali da far sussistere il fatto-reato» in questione. Infatti, non può essere esclusa aprioristicamente la censura dell’operato delle forze dell’ordine. In conclusione, non può considerarsi superato il discrimine della legittima espressione di una critica all’operato delle forze dell’ordine, quindi, la Corte di legittimità rigetta il ricorso e condanna i due agenti al pagamento delle spese del procedimento.
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