Amici sportivi,
un timido segnale di ripresa arriva dall'under 18 dove grazie ad un Hattrick ( Tripletta ) di Giovanni Boccia l'undici celeste racimola tre punti.
Domani la squadra titolare affrontera' la compagine Atripaldese per un match molto importante per entrambi le squadre.
Promozione - A Montella derby per l'ex Montanile Nell'undicesima giornata del campionato a Montella il derby *Felice Scandone-Citta' di Atripalda*. E' la sfida delle sfide per i tecnici che in un modo o nell'altro sono vicini alle piazze. Infatti, *Gianni Montanile* oggi tecnico dell'Atripalda ha lavorato a lungo con i giovani del Montella, mentre per *Oliva* atripaldese doc sara' una sfida insolita. Partita da vincere per entrambe le formazioni. La squadra del Sabato, ha da ricattare il pareggio beffa con il Torrecuso, mentre la Felice Scandone dovra' rifarsi dopo a sconfitta di Avellino in casa del Mazzini *Mirabella Eclano* ˜Nuovo Lando arriva il Rione Mazzini, che dopo la vittoria nel derby con la Felice targata Veneruso vuole il primo colpo esterno. I locali di *Cappuccio*, dopo la sconfitta a San Martino hanno perso terreno nelle zone nobili e vogliono tornarci al piu' presto.
*S. Martino* - A S. Giorgio per sognare. L'undici caudino di mister *Gaito* sta sorprendendo tutti per mole di gioco e risultati. A San Giorgio del Sanno il colpaccio piu' che fattibile.
*Mas Avellino* - Si va a Bisaccia e si va per la svolta. L'ultima opaca prestazione della squadra di *Iannuzzi* nel derby con l'Ariano, ha riportato sulla terra l'undici avellinese che dopo il colpaccio al 92mo di San Giorgio si era cullata troppo.
*Ariano* - Al ˜Renzulli" la corazzata Vis San Nicola in netta crescita. Gli ufitani di *Del Vecchio* devono vincere per continuare a sperare. Le ultime uscite degli arianesi sono state brillanti e la formazione biancoazzurra con un eventuale vittoria sui casertani volerebbe sulle ali dell'entusiasmo.
*Venticano* - All Ambrosini Altletico di Bottalico. Obiettivo: i tre punti. Perfetta la media casalinga per Agostino & company che vogliono conservare l'imbattibilita interna magari con una bella vittoria.
*Il quadro completo*: Ariano-Vis S. Nicola Virtus Sarno-Real Suessola Mirabella-Rione Mazzini Bisaccese-Mas Venticano-Atl. Benevento Felice Scandone-Atripalda Torrecuso-Real S. Felice S. Giorgio del Sannio-S. Martino V.C.
A Felice Scandone oltre la squadra di Calcio e' intitolata una piscina.
La Piscina Scandone ospita le partite casalinghe delle due maggiori squadre di pallanuoto della città: il Posillipo e la Canottieri Napoli; le due compagini sono alcune delle più titolate squadre del mondo nella loro disciplina e le grandi sfide ospitate nella struttura hanno valso alla stessa il soprannome di "Università della pallanuoto".
Inoltre a Felice Scandone viene intitolata anche la squadra di Basket di Avellino.
La storiografia sportiva Partenopea ha adottato Felice come giornalista napoletano. Ma in realta' era di Montella.
Eccovi una breve ricerca sulla storia del Ciuccio simbolo del Napoli Calcio, che fu trattata da Felice Scandone.
Per tutti da decenni è il simbolo indiscusso a cui rifarsi quando si fa cenno alla storia del Napoli, eppure non molti conoscono alla perfezione come sia nata l’idea di accostare il Ciuccio alla squadra azzurra, fino a diventarne l’emblema. Niente, se non uno scritto del grande Felice Scandone, indimenticato giornalista napoletano fondatore del “Mezzogiorno Sportivo”, caduto in guerra nel 1940 su un aereo precipitato nel cielo di Torbuk, può farci meglio luce sull’argomento. Per questo riportiamo questo storico articolo, in cui si racconta la progenìa del simpatico e tanto amato ruminante, scritto proprio da Scandone per “Calcio illustrato” nel 1933, stagione in cui il Napoli di Mister Garbutt, del mitico portiere Cavanna, della bandiera Pippone Innocenti, di Colombari “O’ banco e’ Napule”, di Carletto Buscaglia e dell’esplosivo tridente d’attacco Vojak – Sallustro – Ferraris, faceva sognare gli appassionati tifosi azzurri, contendendo lo scudetto a Juventus ed Inter e riscattando finalmente la nomèa di asini moribondi!
Cosi' scriveva Felice figlio di Francesco Scandone noto storico locale.
“Il ciuccio è l’emblema del Napoli e poche volte nella storia della zoologia il testardo e umile animale ha fatto tanto parlare di sé, come adesso. Gli è che da alcuni anni, ad opera di un popolare giornale umoristico locale il “ciuccio” imperversa. Una volta era moribondo e Garbutt fungeva da medico salvatore; un’altra volta si rialzava su due zampe, come un nobile corsiero arabo o un rampante leone e poneva in fuga animali di sangue infinitamente più azzurro. Erano, insomma, le alterne vicende del Napoli che, dai primi anni disastrosi, era assurto gradatamente a stella di prima grandezza del firmamento calcistico nazionale. Perché il bizzarro umore partenopeo abbia scelto proprio il “ciuccio” per distinguere una grande società di calcio è una storia un po’ lunga. Cerchiamo di abbreviarla il più possibile. Nella notte dei tempi, nella vecchissima Napoli non so più di quale dominazione, un contadino, Fichella, curava un vecchio asino, tanto carico di acciacchi da essere ricoperto da tante piaghe. Inoltre, anche la coda del disgraziato ronzinante era in pessime condizioni, cioè, a dirla alla napoletana, era “fraceta”. Il Napoli al primo anno di Divisione Nazionale era il povero vaso di terracotta tra vasi di ferro. In un intero campionato non racimolò che un misero punto perché non riusciva nemmeno a trasformare in goal i calci di rigore… Era, insomma, come il famoso asino del povero Fichella, del quale si racconta che vegliasse la notte (Fichella, non l’asino, intendiamoci bene!) per cogliere i fichi del suo vasto orto per caricare il carretto che doveva trasportare le ceste al mercato, Ma l’asino percorreva appena poche centinaia di metri, poi si abbatteva al suolo e non c’era verso di farlo rialzare. Il Napoli dei primi anni era proprio come quest’asino. Anche quando riusciva qualche volta a prendere il trotto (vale a dire quando otteneva qualche sporadica vittoria) era per…pochissimo tempo. La classica corsa dell’asino, insomma. Come e perché il “ciuccio” si sia trasformato in un bizzarro cavallino che quest’anno corre e corre (e come!) è ormai storia che tutti conoscono. Ma in quel di Napoli non vogliono sentirne di rinunziare al “ciuccio”. Forse perché si è, in fondo, sempre un po’ scettici, conoscendo la…natura del poco nobile animale (chi nasce asino non può morire cavallo…) forse perché si sono affezionati all’orecchiuto, forse anche perchè il “ciuccio” è più intonato alla rumorosa, schietta e caratteristica allegria napoletana”.Ricerca di Mario Parisi
Edited by Claudio Bozzacco - 19/11/2010, 13:17