Giulio Regeni

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view post Posted on 9/2/2016, 08:21
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Gentili lettori la vicenda di Giulio Regeni non è molto diversa da fatti già accaduti nella recente storia d'Italia. Informazioni, colpo di stato militare, il manifesto, raccogliere informazioni scomode a qualcuno nel territorio da questi controllato sono una vecchia storia che si ripete. Condoglianze alla famiglia. L'Italia ha molti resort in Egitto. Si parla di un giro d'affari di 7 miliardi di euro. Sharm el sheik. Mar rosso. Barriere coralline, pesciolini. Snorkeling.

Le informazioni possono avere gli effetti di un'arma militare. Quindi prima di adoperarle, magare dopo una laurea, ci vorrebbe un corso militare, come di seguito: http://docdro.id/LuTpvq1

Inoltre certi compiti vanno assegnati a persone idonee C_Data_Users_Def_Apps_App_Data_INTERNETEXPLORER_T

Edited by Claudio Bozzacco - 10/2/2016, 18:03
 
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view post Posted on 18/3/2016, 09:25
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Sembra che Giulio avesse una corrispondenza con uffici vicini a Negroponte. Negroponte è stato ambasciatore degli Usa in Irak nel 2005. Si scrive Negroponte e si legge Cia. Adesso il presidente egiziano l'ha buttata nella dietrologia. Ma sembra più verosimile che qualche egiziano, già navigato con il mossad, credendo di avere tra le mani un relatore della cia, si sia spinto oltre. Da questa vicenda non si ricaverà nulla. Chi agisce per conto della politica egiziana, fa questo di professione: Interrogatori, controspionaggio, disinformazione, depistaggio. L'unica cosa che può fare la famiglia è chiedere un risarcimento ai governi coinvolti.

I familiari dicono che Giulio non aveva mai avuto rapporti con i servizi segreti. Ma loro non lo sapevano perché per questo si chiamano così. Può essere che non lo sapeva neanche Giulio a chi servivano le informazioni che raccoglieva.

WP_20160312_002

Edited by Claudio Bozzacco - 18/3/2016, 11:54
 
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view post Posted on 26/3/2016, 14:55
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Come vi avevo anticipato una settimana fa per il caso Regeni agiscono degli operatori di un certo lavoro. Anche se questi egiziani sembrano più dei dilettanti. A tratti comici. Ribadisco che per il caso c'è poco o nulla da fare. Se proprio ci si vuole adoperare si potrebbe iniziare organizzando un nuovo colpo di stato.

Nuovo tentativo di depistaggio delle indagini sul brutale omicidio dell'italiano Giulio Regeni, da parte egiziana. Nelle perquisizioni, avvenute a seguito dello smantellamento di una banda di sequestratori che sarebbe collegata all'assassinio del connazionale, è stata rinvenuta una borsa di tela rossa con la bandiera italiana contenente alcuni effetti personali del giovane ricercatore. Al suo interno, oltre a passaporto e vari documenti, c'erano anche due telefoni, tre paia di occhiali da sole, un orologio con il cinturino rotto, un portafoglio femminile con dentro cinquemila sterline egiziane (circa 500 euro) e un pezzo di materiale marrone che sembrerebbe hashish. Questo a meno di un giorno (le foto degli oggetti sono cominciate a circolare sui social media già da ieri sera) dall'operazione contro la gang, in cui sono morti i cinque componenti, che secondo una "fonte della sicurezza" sarebbe legata al delitto, e nonostante la successiva smentita di un'altra "fonte della sicurezza" nonché della Procura (citata dal quotidiano Al-Shorouk). Il provvidenziale ritrovamento appare l'ennesimo maldestro tentativo di sviare le indagini. Ciò per una serie di motivi. Innanzitutto Regeni non faceva uso di droga, come hanno rilevato sia i patologi legali egiziani sia quelli italiani. Non era nemmeno uno spacciatore. Questo lo ha verificato la stessa polizia nelle ore immediatamente successive al ritrovamento del corpo. Allora perché c'è dell'hashish nella sua borsa?

Non solo. Anche nel caso che il materiale mostrato non fosse uno stupefacente, c'è la questione dei due telefonini di Regeni. Perché dal 4 febbraio (data in cui è stato ritrovato il corpo) non si è proceduto a tracciare le utenze che lo riguardavano per vedere dove portavano? Non è un mistero che sia possibile intercettare e rilevare la posizione di un soggetto dal suo telefonino, anche quando è spento. Lo ha confermato persino l'ex analista della Nsa, Edward Snowden, in un'intervista alla NBC. Inoltre, l'Egitto vanta una lunga storia di controllo della popolazione su tutti i piani, in primis quello delle comunicazioni. Si tratta, peraltro, di tecnologia a cui i servizi di sicurezza possono accedere facilmente. A ciò si aggiunge che tutti gli smartphone di ultima generazione sono dotati di un chip Gps integrato, a cui si può accedere a prescindere dal funzionamento del telefono. Infine, c'è la questione che appare "singolare" legata al fatto che tutti i componenti della banda di New Cairo sono stati uccisi e di conseguenza non possono smentire. Questi elementi, uniti alla lotta interna in corso tra il Mukhabarat (che si occupa degli oppositori interni) e il servizio segreto militare (invece è alle dirette dipendenze del presidente Al Sisi ed al quale viene affidata la sicurezza del regime), su cui aveva recentemente scritto IL VELINO (http://www.ilvelino.it/it/article/2016/03/...8-c84c5ae730cd/), confermano che il ritrovamento "provvidenziale" sia l'ennesimo maldestro tentativo di depistare le indagini dalla verità.

Questa battaglia intestina ha portato a una vera e propria epurazione all'interno del Mukharabat. L'uccisione di Regeni ha fatto da detonatore, ma il repulisti era nell'aria da quando i servizi segreti russi avrebbero fatto avere ad Al Sisi un dettagliato elenco di agenti egiziani legati a doppio filo con il governo Turco e, tramite questi, in rapporti con “i fratelli musulmani”, che poi è l'unica opposizione realmente temuta dal presidente egiziano. L'elenco, peraltro, era già in mano al Cairo ai primi di dicembre. Veniva fuori dalle indagini fatte dagli uomini del FSB (il servizio segreto russo erede del Kgb) all'indomani della bomba fatta esplodere (primo novembre) a bordo dell’Airbus 321 che riportava a casa turisti russi. Aleksandr Bortnikov, capo del FSB curò personalmente quell'inchiesta, ma non apprezzò lo scetticismo inizialmente oppostogli dai colleghi egiziani, da qui la decisione di “consigliare” a Putin di interrompere immediatamente ogni collegamento aereo con l'Egitto. A seguito di ciò una qualche risposta potrebbe giungere dagli stranieri rapinati dalla gang. Secondo il ministero dell'Interno egiziano sarebbero tre: un portoghese, un nigeriano e un italiano, David K, a cui sono stati rubati diecimila dollari. Qualche altro dettaglio potrebbe arrivare anche dal prossimo viaggio (è previsto i primi di aprile) a Roma di una delegazione del Cairo a livello di forze di polizia, che incontrerà le controparti italiane per discutere sulle indagini sulla morte di Regeni e sulla sparizione dell'egiziano 49enne Adel Heikal, avvenuta nella capitale a ottobre. La differenza però, è che Heikal ha chiuso il conto corrente e ha saldato l'affitto prima di far perdere le sue tracce. L'affaire Regeni invece è ben altra cosa. Nel frattempo si attende di sapere quale sarà la risposta della squadra di magistrati italiani guidata dal capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone, su questi ultimi eventi.
 
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view post Posted on 31/3/2016, 19:21
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Il governo con le sue uscite pronuncia solo dichiarazioni di comodo. Propaganda utile a accontentare gli animi e a rosicchiare un po' di consenso. Ma si tratta di pura ipocrisia. Non è chiaro se i genitori non hanno il buon senso di ascoltare oppure hanno trovato la buona occasione per ritagliarsi uno spazio su di un palcoscenico politico come fanno tanti. Anche loro hanno detto che Giulio faceva ricerche. Evidentemente questo lavoro interessava a qualcuno che infastidiva il governo egiziano. L'Italia non ha gli strumenti e la possibilità di agire contro l'Egitto. Dovrebbe rompere l'equilibrio politico e cambiare il governo egiziano. Così a termini invece di mettere le camionette si dovranno scavare le trincee.

Povero Giulio. E' diventato un produttore di voti. L'unico modo per avere giustizia è fare la guerra all'Egitto. Non si farà mai. Solo speculazione.

Edited by Claudio Bozzacco - 1/4/2016, 09:06
 
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view post Posted on 2/6/2016, 11:42
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Come al solito l'opinione pubblica si è assopita velocemente sul caso Regeni. Leggendo le condizioni del corpo ritrovato sembra che chi ha agito credeva di avere tra le mani il collaboratore di una organizzazione altrettanto cattiva. A quanto pare però l'argomento si intreccia con dinamiche di politica internazionale talmente incandescenti da far sudare anche Stalin.
Infatti sempre la stessa agenzia con la quale Regeni, magari inconsapevolmente, avrebbe collaborato, sembra ancora molto interessata e preoccupata della zona oggetto di studio.

Il corpo recuperato mostrava segni compatibili con ipotesi di sottoposizione a tortura: contusioni e abrasioni in tutto corpo, come quelle tipicamente causate da un grave pestaggio, lividi estesi non incompatibili con lesioni da calci, pugni ed aggressione con un bastone. Si contarono più di due dozzine di fratture ossee, tra cui sette costole rotte, tutte le dita di mani e piedi, così come gambe, braccia e scapole; si riscontrarono coltellate multiple sul corpo, comprese le piante dei piedi, probabilmente inferte con un rompighiaccio o uno strumento simile ad un punteruolo. Vi erano inoltre numerosi tagli, su tutto il corpo, causati da uno strumento tagliente simile ad un rasoio.

Si sono altresì riscontrate estese bruciature di sigarette, nonché una bruciatura più grande, tra le scapole, realizzata verosimilmente con un oggetto duro e caldo; l'esame autoptico rivelava una emorragia cerebrale e una vertebra cervicale spezzata a seguito di torsione del collo che sarebbe la causa ultima della morte.

Edited by Claudio Bozzacco - 2/6/2016, 12:59
 
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view post Posted on 9/6/2016, 20:37
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Di solito la cia, come da sempre e di recente in ucraina, organizza e alimenta l'opposizione interna degli stati che intende capovolgere. Può essere che Giulio, magari inconsapevolmente, serviva a aprire quei canali che poi sarebbero serviti allo scopo. Magari questa deduzione l'hanno fatta anche le autorità egiziane e si sono comportate di conseguenza.
 
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view post Posted on 19/6/2016, 09:01
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Muori tu e campo io.
Antico detto locale che calza perfettamente la relazione tra regeni e i suoi congiunti. Da sconosciuti a relatori di politica estera al parlamento europeo.

La domanda che è stata formulata era se l'Egitto era amico dell'Italia. Sicuramente lo è per le migliaia di posti di lavoro in Italia e in Egitto che ruota nell'indotto dell'industria turistica. Forse può sorgere qualche attrito di natura diplomatica se qualche italiano per conto di altri governi va a cercare i perni dove infilare le leve per ribaltare il governo locale in carica.

E' giusto che per lavorare uno, 10mila devono diventare disoccupati?
 
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view post Posted on 30/8/2016, 19:13
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Dopo mesi di argomentazioni e deduzioni finalmente trovo riscontri della mia teoria nella trasmissione presa diretta di rai tre. Risuona la parola "inconsapevolmente" che sarebbe rimbalzata anche su alcuni quotidiani. Inoltre i giornalisti avrebbero approfondito la vicenda scoprendo che Regeni per conto di Inglesi alimentava e sosteneva l'opposizione locale, per favorire un rovesciamento del governo, attraverso il sindacato dei venditori ambulanti, soggetti diffusi capillarmente sul territorio. Strategia di chi fa questo per lavoro. Alimenta l'opposizione locale per rovesciare i governi. Come si fa da tempo immemore. Inoltre gli stessi inglesi per i quali Regeni lavorava hanno detto di non aver ricevuto nessun report da parte del Ricercatore Italiano mentre agli investigatori italiani dal pc di Regeni e' risultata una fitta corrispondenza con Cambridge. Non c'è bisogno di considerare i 6miliardi di euro di giro di affari che l'Italia ha con l'Egitto per capire come è andata. La famiglia vuole la verità: Ci siamo arrivati in tanti da mesi. Il resto è speculazione politica. Palcoscenico.
 
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view post Posted on 8/11/2019, 10:36
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Gentili lettori la vicenda Regeni ancora non si è risolta. Le università sono in subbuglio sull'argomento. In particolare non si è riuscita a dimostrare la responsabilità civile e penale del Governo Inglese e la responsabilità politica di Westminster. Considerato che alla camera dei deputati Inglesi c'è un John Woodcock, ci sarebbe una persona che potrebbe aiutare il Governo Italiano in questo lavoro.



John Zak Woodcock (nato il 14 ottobre 1978) è un politico britannico che è stato membro del Parlamento (deputato) per Barrow e Furness dal 2010 al 2019 . Woodcock è stato sospeso e successivamente ritirato la frusta laburista il 30 aprile 2018 a seguito di accuse di molestie sessuali contro di lui. Si è quindi seduto come membro indipendente del Parlamento e il 18 luglio 2018 si è dimesso dal Partito Laburista. Ha annunciato a novembre 2019 che non avrebbe partecipato alle elezioni generali del 2019 .

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view post Posted on 14/2/2020, 14:23
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L'ambiente Militare di riferimento con il quale confrontarsi dovrebbe essere quello della Royal Air Force.

A Londra gia' sono presenti aziende e gruppi di studio universitari italiani che possono sostenete un lavoro di approfondimento sul caso Regeni.

 
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view post Posted on 19/6/2020, 05:04
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Buongiorno amici abbiamo avuto dei riscontri circa le cause dell'omicidio di Regeni.
Gli egiziani in Regeni hanno visto un agente inglese di nazionalità italiana.
Italiani ed inglesi dal punto di vista militare sono alleati.
La vicenda Regeni si innesca su di una lunghissima e difficilissima relazione diplomatica tra Inghilterra ed Egitto. L'Egitto per 70 anni fino al 1952 è stata una Colonia Inglese.
Agli inglesi come piace il Colosseo e buona parte del mondo dove hanno avuto per secoli il loro grande impero che si è esteso soprattutto grazie alla Royal Navy, piacciono tantissimo anche le piramidi.

Addirittura alcuni attribuiscono l'omicidio di Lady Diana nel 1997 all' MI6 che avrebbe inscenato un falso incidente perché Diana avrebbe messo in pericolo gli interessi Inglesi con una relazione troppo stretta con un Egiziano.

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Sarebbero trapelate queste notizie perché gli inglesi hanno gradito il fatto che abbiamo ricordato l'Ammiraglio Salvatore Pelosi che proprio nel Mar rosso ebbe dagli Inglesi l'onore di tenere le armi nonostante fosse stato fatto prigioniero dopo un'epica battaglia.

 
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view post Posted on 19/6/2020, 06:06
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Molto utile all'approfondimento la relazione del professore di Padova che ha descritto come gli Inglesi vedevano e vedono gli Italiani.

L'importanza a livello politico e strategico della presenza di milioni di Italiani negli Stati Uniti che anche dopo la dichiarazione di guerra del '40 furono visti dagli statunitensi come Friendly.

 
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view post Posted on 27/6/2020, 07:29
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Per il caso Regeni l'Egitto avrebbe esercitato il diritto di difendersi da una azione militare ostile da parte degli Inglesi attraverso un agente italiano ignaro della sua funzione.

L'Italia oltre alle relazioni economiche e diplomatiche con l'Egitto ha relazioni con l'UK.
Negli Stati Uniti Italiani ed Irlandesi lavorano insieme da decenni ed in alcuni casi hanno fondato società e famiglie italioirlandesi.

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