Gentili lettori il diritto non è una scienza esatta come la matematica che quando afferma che 2 + 2 fa 4 sostiene una verità assoluta.
Il diritto è un orientamento, un'opinione, anche se costruito su duemila anni di studi ed approfondimenti. L'Italia in particolare, che ha una delle società più avanzate in tema di diritto, ha sviluppato le leggi, le norme e la loro applicazione dal diritto Romano ad oggi. Costantino, Augusto, Adriano, Caracalla, Cesare, Claudio, Nerone ed altri Imperatori Romani nominavano Questori, Tribuni, Prefetti, Procuratori e altre figure dell'ordine, della sicurezza pubblica e della Magistratura che esistono ancora oggi.
Quindi quanti affidano il loro destino e la soluzione dei problemi delle cosa pubblica al lavoro dei giuristi devono sapere che questi ultimi sono uomini come loro e non conoscono il mistero della vita, l'origine dell'universo e cose del genere.
Le verità giudiziarie spesso sono diverse anche dalle verità storiche.
Neanche l'azione legislativa può essere tempestiva rispetto alle sempre nuove esigenze normative della società.
Con questa premessa nel dubbio di poter sbagliare bisognerebbe sviluppare garantismo ad oltranza.
Non illudersi che gli ingranaggi della giustizia siano i risolutori dei problemi del mondo. Spesso non fanno altro che aggravarli.
Questa breve introduzione per commentare le risoluzioni indicate dal governo in carica per la vicenda del ponte crollato a Genova. La giustizia potrà indicare una sua verità relativa a quello che sarà stata in grado di dimostrare. Ma non riporterà il ponte al suo posto e le persone in vita. Saranno risarciti i congiunti delle vittime o chi avrà ricevuto danni dall'evento. Ma per riparare il danno bisogna solo rimboccarsi le maniche e lavorare. Fare carte e chiacchiere serve poco.
Magari l'anno prossimo ripasseremo da Genova e la rivedremo spensierati da una nave da crociera, rivivremo il fascino di una città unica dove sono nati esploratori che hanno fatto grandi scoperte.
